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  Perch’io lasso, e dolente peregrino
  Ne le tenebre avvolto
  Per seguirti non trovi unquà la via:
  Pur tuo mal grado io troverò ’l camino;
  Che lume, e scorta fia
  La sempre chiara, e nobil fiamma mia.

MAD. XXXII.

S’
Io mi moro per voi

Ditemi, ond’avvien poi,
  Che sempre resta la mia doglia viva
  Ben ch’io dolente sia di vita priva?
  Forse perche la doglia
  Dopo, che uccise la terrena spoglia
  Si rinchiuse ne l’alma? ahi dunque fia
  Con l’alma eterna ancor la doglia mia.

MAD. XXXIII.

A
Mor se con leggiadro, e novo inganno

Hai per tuo segno eletto
  Questo misero petto,
  Almen, perche ’l mio danno
  Non veggia quando in me gli strali scocchi,
  Velami per pietà, velami gli occhi.

MAD. XXXIIII

M’
E sì caro il languire

Per voi Donna gentil, ch’i’ non vorrei
  Giamai di vita uscire;
  E devendo morire
  Viè maggior pena havrei
  Di terminar per morte i dolor miei,
  Che di restar al fin di vita spento,
  Tant’è ’l piacer, che ne la doglia i’ sento.


F          MAD.

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