< Pagina:Rime (Andreini).djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.
84

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rime (Andreini).djvu{{padleft:96|3|0]]

Questo con le bell’ali à voi m’invìa
  O chiaro essempio di sovran valore;
  E vuol, c’huom legga in quel, ch’appar di fuore,
  Che vostra fece Amor l’anima mia.
Nè girar d’anni, ò variàr di loco
  La vi torran; sì dolce atto cortese
  Vostra rara virtù nel cor m’ha ’mpressa.
Che più? nel cener mio fia desto il foco,
  Perche l’alta cagion, che ’n me l’accese
  Dopo la morte ancor sarà l’istessa.


Al Christianiss. Rè di Francia

HENRICO QUARTO.

SONETTO LXXVII.

E
Cinta sì dal ferro empio, e nemico

La bella Francia; ma veder già parme
  Fatto maggiore al gran vibrar de l’arme
  Di lei sì cara al Cielo il pregio antico;
Ond’io piena d’ardir già m’affatico
  Per accordar questo mio basso carme
  Di Marte al suon, che non può spaventarme
  Sì, ch’io non canti il mio famoso Henrico.
Henrico il saggio, e sol d’Impero degno,
  L’opre di cui non men giuste, che forti
  Fanno immortal lui stesso, e ’l suo bel Regno.
Quel di cui sol la Fama hoggi ragiona;
  Nè sa veder s’ei meglio stringa, ò porti
  Lo scettro, ò ’l brando, l’elmo, ò la Corona.


Alla

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rime (Andreini).djvu{{padleft:96|3|0]]

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.