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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rime (Gianni).djvu{{padleft:134|3|0]]
ch’io non veggio pietà negli occhi sui;
tu, sì come colui
che le mi desti, atar mi dêi da lei,
che per sua guida venisti nel cuore.
40Allor d’ogni valore
mi tolse l’ombra d’una bella roba
onde venne vestita quella loba.
Canzon tu movi piena di paura,
e con figura de la stretta mente
45isbigottitamente
ti metti per voler mia ragion dire.
Ora ti piaccia prender tanto ardire
dinanzi a quella a cui tu te ne vai,
che quando la vedrai
50tu dichi: Donna, se mercè t’è ’n noia
51la vita di costui conven che moia.
Questa canz. resta adesp. in un solo cod.: il Chig, l. viii, 305, da cui la trasse prima il Monaci (Una canz. d’amore del sec. XIII, Imola, Galeati 1874). Ma prima (Pisa, Ranieri Prosperi 1814 e Pistoia, Manfredini 1826, voi. ii, p. 277),