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I.
Amore, i’ prego la tua nobiltade
ch’entri nel cor d’esta donna spietosa
e lei facci’ amorosa
sì che la spogli d’ogni crudeltate.
5Odi la nimistà mortal che regna
tra lo suo cor e ’l meo novellamente,
Amor, ch’esser solevan ’una cosa!
Con sì fieri sembianti mi disdegna
che par che ’l mondo e me aggi’ a niente,
10e se mi vede fugge e sta nascosa:
onde non spero ch’i’ mai aggia posa
mentre che ’n lei sarà tanta ferezza,
vestita d’un’asprezza
che par che sia nemica di pietate.
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