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di cino rinuccini 17

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Con gli occhi assai ne miro,
  Ma solo una nel core
  3Ne tieni, — Amore, per cu’ sempre sospiro.
Questo fo per iscudo,
  E per me’ ricoprire
  I mortal colpi che sentir mi fai.
  E tu sempre più crudo
  Tien freddo il suo disire,
  9E fammi traditor, nè ciò fu mai.
Dunque, signor, che ’l sai,
  Scuoprile il mio dolore,
  12E dille; muore — senza colpa in martiro.




Contento assai sarei, dolce signore,
  Se io potessi con morte finire
  La mia gravosa pena e ’l gran martire,
  4Che dentro chiude il tormentato core.
Ma perch’io veggio che sarebbe errore
  Se io facessi sì col mio morire
  Che veder non potessi più aprire
  8La luce, con che vinci ogni splendore;
Vivo morendo, ed ognora ripenso
  Quanto soavi e dolci in me porgesti
  11Daprima gli occhi, ch’or m’han fatto un sasso.
Nè d’altro si lamenta un core offenso,
  Se non che come ferito il vedesti,
  14Con lei ti congiurasti; oimè, lasso!

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