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di cino rinuccini 23

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  Nè tal fu vista mai più sotto ’l cielo.
  E nel prato veniva ad un chiar fonte,
  6Quand’era appunto il sole al mezzo cielo,
  Cantando sì soave, che mai cielo
  Armonizzò sì dolce, quanto i canti
  9Che allora biscantava: nè tai canti
  Cantò mai Filomena, quando il cielo
  Riveste i colli e’ rami d’un bel verde,
  12Che fanno ogni animal gioire al verde.
Trapunto aveva in oro un vestir verde,
  Che certamente era tessuto in cielo;
  15Tant’era ricco a veder cotal verde.
  Poi si posava sopra l’erba verde,
  Cogliendo i vaghi fior del fresco prato,
  18Per contesser vïole e rose in verde;
  E ghirlandava se con oro e verde
  E per l’estivo sol nel chiaro fonte
  21Volea bagnar le man, quando nel fonte
  Vide un miracol sì adorno in verde,
  Ch’abbandonò sè stessa e’ dolci canti,
  24Guardando fiso onde venian tai canti.
Poi scorgendo su’ ombra, e’ dolci canti
  Ch’uscian di lei, in sul fiorito verde
  27Si riposava e cominciava i canti;
  Risonando sì dolce, che a tal canti
  Si stava Amor, ch’era sceso dal cielo,
  30Maraviglioso ad ascoltar tai canti.
  E ne’ suo’ occhi stava a’ dolci canti
  Come in luogo più degno; quando al prato
  33M’abbattei passeggiando; e per lo prato
  Sentii gridare Amor; vien, vieni a’ canti,

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