< Pagina:Rime di Argia Sbolenfi.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

A LUI



Perchè, mio Bene, se vicin mi siedi
  Taci e rivolgi gli occhi ai travicelli,
  Oppur ti osservi attentamente i piedi
  4Quasi credendo di trovarli belli?

Guardami invece gli occhi e leggi e vedi
  Di quante fiamme il nuovo amor li abbellii;
  Guardali, non temer, fissali e credi
  8Che prometton ben più ch’io non favelli.

Parla e fa che il timor non vinca e prema
  Del tuo vergine cor l’immenso affetto:
  11Chi vuol gli amplessi miei, tenti e non tema.

Parla, poichè il mio gaudio, il mio diletto,
  La mia felicità sola e suprema,
  14Dalla tua lingua, amico mio, l’aspetto.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.