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argia sbolenfi 123

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E già mi veggio, debile
  Vecchia, tra lor seduta
  Narrar, senza rimpiangerla,
  68La gioventù caduta
  E i versi miei ripetere
  A un coro d’innocenti,
  I versi miei fulgenti
  72Di virtuoso zel.

Ava, così, amorevole
  E santa educatrice.
  In mezzo ai biondi pargoli
  76Vivrò lieta e felice,
  E quando giunga al termine
  La vita mia modesta,
  Reclinerò la testa
  80Per ridestarmi in ciel.

Forse ch’io sogno?... Ah, palpita
  Pur nel mio grembo un vivo
  E freme e balza e s’agita
  84Or che a lui penso e scrivo...
  Deh, perchè tardi o nobile
  Della mia gloria erede?
  Non sai che la mia fede
  88E l’amor mio sei tu?

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