Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
argia sbolenfi | 141 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rime di Argia Sbolenfi.djvu{{padleft:175|3|0]]
E se il tuo Dio ci costa, a noi che importa
Quando i ribelli al timor suo riduce
E delle turbe ci ridà il governo;
Quando agli eletti suoi l’ausilio porta,
70Quando tra i volghi creduli conduce
L’util minaccia ed il terror d’inferno
Ed ha il demonio pauroso a scorta?
Ben venga Iddio se reca
Fede agli umili, securtà ai possenti,
75L’obbedienza cieca,
Il catechismo, i preti, i sacramenti,
De’ frati tuoi la sacrosanta loia,
Il Sant’Ufficio, la mordacchia e il boia.
Ben vedi che timor, non cortesia,
80I magistrati nostri a’ piè ti caccia
Inginocchiati a far debita ammenda.
Ieri nemici, ognun di lor fuggìa
Fino il pretesto di guardarti in faccia
Ma la tema del poi gli animi emenda
85Ed eccoli a gridar Gesù e Maria.
Reca dunque, o Levita,
Benedetti dal ciel giorni soavi
Alla città pentita,
Al Senator che te ne dà le chiavi;
90Stringi la briglia nella man paterna
E questo popol tuo reggi e governa.