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argia sbolenfi 141

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E se il tuo Dio ci costa, a noi che importa
  Quando i ribelli al timor suo riduce
  E delle turbe ci ridà il governo;
  Quando agli eletti suoi l’ausilio porta,
  70Quando tra i volghi creduli conduce
  L’util minaccia ed il terror d’inferno
  Ed ha il demonio pauroso a scorta?
  Ben venga Iddio se reca
  Fede agli umili, securtà ai possenti,
  75L’obbedienza cieca,
  Il catechismo, i preti, i sacramenti,
  De’ frati tuoi la sacrosanta loia,
  Il Sant’Ufficio, la mordacchia e il boia.

Ben vedi che timor, non cortesia,
  80I magistrati nostri a’ piè ti caccia
  Inginocchiati a far debita ammenda.
  Ieri nemici, ognun di lor fuggìa
  Fino il pretesto di guardarti in faccia
  Ma la tema del poi gli animi emenda
  85Ed eccoli a gridar Gesù e Maria.
  Reca dunque, o Levita,
  Benedetti dal ciel giorni soavi
  Alla città pentita,
  Al Senator che te ne dà le chiavi;
  90Stringi la briglia nella man paterna
  E questo popol tuo reggi e governa.

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