< Pagina:Rime di Argia Sbolenfi.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
XVIII prefazione

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rime di Argia Sbolenfi.djvu{{padleft:20|3|0]]la persona per bene (almeno lo spero!) che s’incanaglia e si fa pagliaccio per far ridere colle smorfie e le contorsioni del viso infarinato. È perciò che male si potrebbero addurre gli esempi come scusa, perchè gli esempi non calzano.

Si può essere di manica larga, vantarsi spregiudicati e sorridere di tutto; ma in fondo al cuore resta pur sempre qualche cosa che si rivolta al puzzo ed alla lordura. La ripugnanza pel laido è istintiva e si vede mal volentieri un’artista, o una che si crede tale, far getto così sconciamente della propria dignità. Avete visto in qualche “caffè concerto” di ultima classe certe matrone appassite e verniciate cantar colle gambe e gesticolare colle natiche? Ne inorridite ancora? Ebbene, questa della signorina Sbolenfi è letteratura da “caffè concerto.”!

Dunque, riprovazione piena, intera ed assoluta.

* * *

Ed ora che ho detto per lungo e per largo il parer mio, bisognerà pur cercare in questo scellerato libercolo, non dirò qualche cosa

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.