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argia sbolenfi 167

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S’apre la chiama. Nel pigia pigia
  Vota ciascuna pecora sciocca.
  45Ardono alcuni di cupidigia,
  Ad altri l’ira torce la bocca,
  Ma quasi tutti, dopo votato,
  48Palpano il prezzo del lor mercato;

E tutti, uscendo, da un reo contagio
  Attossicato sentono il cuore.
  51Chi entrò dabbene n’uscì malvagio,
  Chi entrò ribaldo n’uscì peggiore.
  Chi vinse, il turpe bottino aspetta,
  54Chi perse, spera nella vendetta.

Ecco i comizi! Di quando in quando,
  Se non accade qualche sinistro,
  57Dall’urna falsa sbuca onorando
  Un frodolento caro al ministro,
  O un imbecille pien di commende;
  60E l’un si compra, l’altro si vende.

Or perchè debbo far da mezzano
  All’ingordigia di Calandrino?
  63Perchè mi debbo lordar la mano
  Scrivendo il nome d’uno strozzino?
  Perchè gettarmi nella battaglia
  66Sotto gli sputi della canaglia?

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