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argia sbolenfi | 173 |
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Dorme il Messia invocato
Nel giorno del dolore,
Dorme il gentil soldato
Che amò come una vergine,
20E col suo s’è fermato il nostro core.
Quando il leon scoteva
L’ampia cesarie d’oro,
Un popolo sorgeva
Bello, gagliardo e giovane
25Che la pugna chiedeva e non l’alloro;
Sorgean gli eroi sublimi
Che il duce taciturno
Primo davanti ai primi
Guidava all’ardua carica
30Contro Calatafimi e sul Volturno;
Poi, rotta nel cimento
La schiera e pur non doma,
Cadea senza un lamento,
Mal vendicata vittima
35Sul colle di Nomento in faccia a Roma.
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