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Dimenticò Re Carlo e i suoi baroni
  E il santo gonfalon del fiordaliso,
  I giganti le fate e gli stregoni,
  44Gano schernito ed Agramante ucciso.
  Dimenticò gli assalti e le tenzoni
  Tra lo stuol battezzato e il circonciso
  E vide col pensier mille rosate
  48Imagini di donne innamorate.

Rivide Olimpia, offerta all’esecrando
  Mostro, chieder mercè nuda e tremante
  E passar sorridendo e sospirando
  52Fiordispina, Isabella e Bradamante.
  Vide Marfisa non curar pugnando
  Le salde nudità del petto ansante
  E d’Angelica sua gli occhi procaci
  56Languir di gaudio di Medoro ai baci.

Allor si sentì solo e in cor gli scese
  Gelida un’onda di malinconia,
  Tal che a se stesso dubitando chiese
  60Se la gloria non fosse una pazzia;
  Ed una voce in fondo al core intese
  Dirgli: «Che val la tua cavalleria,
  Che valgon le tue gesta e il tuo valore
  64Senza un bacio di donna e senza amore?»

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