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L'IMPARZIALITÀ DELLO STORICO | 123 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rivista di Scienza - Vol. I.djvu{{padleft:133|3|0]]del passato. Per quanto ci proponiamo una trattazione obbiettiva, non riusciremo mai a raggiungere la vera obbiettività, ma soltanto daremo espressione al concetto che di questa ci siamo soggettivamente formati. Lo storico veramente onesto cercherà di evitare ogni affettazione e di fornire agli altri il più valido aiuto possibile nell’apprezzamento della sua «equazione personale», e quindi nell’apportare le necessarie modificazioni ai risultati da lui raggiunti.
II.
Pochi storici si limitano strettamente all’opera d’investigazione; tutti mostrano la tendenza a pronunciare giudizi sugli uomini o sui fatti del passato. In pari tempo sono tutti particolarmente portati ad affermare la loro imparzialità, mentre anche in questo sarebbe desiderabile la consapevolezza delle proprie limitazioni. Mai possiamo riuscire veramente imparziali nell’approvare o nel disapprovare, non possedendo il dono della onniscienza e non potendo misurare gli uomini secondo un criterio assoluto. Scopo che possiamo invece perseguire è la capacità di distinguere, mercè una chiara affermazione del punto di vista personale, il criterio secondo il quale si giudica. La maggior parte degli storici sembra non vedano la necessità di dare una base personale ai loro giudizi morali, ritenendo al contrario di potersi abbastanza avvicinare a un criterio assoluto per scopi pratici. Qualcuno potrà credere che il senso comune degli uomini ponga dei principî simili per ogni epoca e per ogni luogo, e che lo scrittore spoglio dalle passioni e dall’amarezza suscitate da una qualche lotta, sia in grado di applicarli equamente. Altri dirà che col trascorrere del tempo la moralità progredisce, e che quella oggi corrente ci offre una base abbastanza solida per pronunciare dei giudizi; che insomma siamo superiori agli uomini del passato e abbiamo quindi il diritto di criticarli. Gli uni come gli altri sono d’avviso, a quanto pare, che si possano azzardare pronti e sommari giudizi pretendendo alla imparzialità; e trovano superfluo definire l’esatto punto di vista assunto dallo scrittore.
Ho avuto occasione di meditare su questo punto in rapporto ad un aspetto speciale della storia, e credo di potere, tenendomi nel campo economico, illustrare nel modo più facile ciò che penso in fatto di giudizi morali. Parecchi libri eccellenti sulla storia dell’economia furono scritti verso la metà del secolo