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analisi critiche e rassegne 147

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rivista di Scienza - Vol. I.djvu{{padleft:157|3|0]]sperimentale del postulato d’Euclide, ma sibbene il Poincaré che, per conferire ai postulati geometrici un carattere di verità rigorosa convenzionale, li spoglia di ogni verità positiva reale.

Gli ultimi capitoli di «La Valeur de la science» sono dedicati a respingere note teorie del Le Roy sull’«artificialità» della scienza o ad enunciare in termini precisi la controversia fra contingentisti e deterministi.

Per il Le Roy la scienza non è che una regola d’azione, e non vi è nulla da obbiettare se con ciò si vuol dire che la scienza serve a prevedere e spiegare; ma il Le Roy tende a trarne la conclusione che «nous ne pouvont rien connaître», e allora, pur tralasciando di osservare che a questa proposizione fan da substratum vedute agnostiche e nozioni metafisiche (sostanza, noumeno, ecc.) ormai superate, si può ragionevolmente ribattere col Poincaré:

«Il n’y a pas moyen d’échapper à ce dilemme; ou bien la science ne permet pas de prévoir, et alors elle est sans valeur comme regle d’action; ou bien elle permet de prévoir d’une façon plus ou moins imparfaite, et alors elle n’est pas sans valeur comme moyen de connaisance».

Così è vero che lo scienziato crea il fatto scientifico, nel senso che egli sceglie i fatti meritevoli d’essere osservati e stabilisce il linguaggio nel quale enunciarli; ma ciò non basta a giustificare quell’eccessivo nominalismo per il quale non solo qualche principio, ma tutte le leggi e tutti i fatti scientifici sono delle pure convenzioni.

Il nominalismo assoluto è dunque (e perciò ci siamo fermati su quest’ultima parte del secondo volume) respinto anche dal Poincaré: solo che, come già si è osservato, egli largheggia di concessioni nel determinare la parte di vero, che esso, al pari di di ogni altro sistema filosofico, contiene, quando paragona il valore dell’affermazione della verità del postulato d’Euclide a quello della proposizione: «l’unité de longueur est le mètre».

G. S.

P. Duhem - La Théorie physique, son objet et sa structure. Paris, Chevalier et Rivière, 1906.

L’étude de M. Duhem porte sur les deux questions suivantes: Quel est le rôle d’une théorie physique? Par quels moyens une théorie physique est-elle édifiée?

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