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analisi critiche e rassegne | 175 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rivista di Scienza - Vol. I.djvu{{padleft:185|3|0]]solubilità, precipitabilità ecc. ne avean fatto gruppi e sottogruppi. Alcuni rappresentanti della classe erano stati ottenuti anche allo stato cristallino. Per le fatiche dei fisiologi, sapevamo inoltre che i diversi individui chimici esercitano funzioni diverse, e che tutti, sotto l’influenza di speciali fermenti, subiscono profonde, caratteristiche scissioni.
Ciò non ostante, e malgrado i resultati delle analisi elementari e dell’esame particolareggiato dei prodotti dell’idrolisi fatta con acidi o con alcali forti ovvero con fermenti proteolitici, le nostre conoscenze sulla composizione chimica delle Proteine finora erano assai scarse, e si riducevano a questo, che da tutte, durante l’idrolisi, si formano successivamente, oltre ad ammoniaca, proteosi e peptoni, che sono corpi poco meno complessi delle proteine originali, e finalmente aminoacidi.
A questo punto erano le cose, quando, circa sei anni or sono, Emilio Fischer, il celebre chimico di Berlino, dopo avere risoluto gloriosamente il problema degli zuccheri e dei corpi purinici, incominciò a dedicarsi interamente, con ardore, allo studio dei corpi proteici, affrontando coraggiosamente un problema che era stato messo da parte da quasi tutti i chimici puri, con uno sdegno che mal dissimulava la sfiducia e il timore di non venire mai a capo di nulla, magari dopo molte e faticose ricerche sopra una classe di corpi, che per la loro enorme complessità e per le loro veramente incomode proprietà fisiche non presentavano por loro alcuna attrattiva.
Egli incominciò con uno studio minuto degli aminoacidi, come per porsi in grado di padroneggiare questi costituenti elementari d’ogni proteina; poi tentò e riescì a scoprire nuovi metodi per isolarli allo stato di purezza e per trasformarli nelle loro anidridi amidate, ottenendo così corpi risultanti dall’unione di due o più molecole d’uno stesso aminoacido o di aminoacidi diversi, ai quali corpi dette il nome di Polipeptidi, come per ricordare che di essi debbono esser costituiti i peptoni, la cui sintesi, insieme con la sintesi dei proteosi e delle proteine, era ed è il suo scopo supremo. Trovati i metodi opportuni, di questi egli inoltre si vale per isolare, fra i prodotti della idrolisi acida, alcalina o enzimatica, i varii aminoacidi, di cui deve servirsi nei tentativi di sintesi.
È chiaro, infatti, che, se si vuole con questi tentativi raggiungere lo scopo, bisogna conoscere tutti i corpi che nascono dalla scissione idrolitica delle varie proteine, sia essa operata dagli acidi, dalle basi o dai fermenti, per poi utilizzare le conoscenze così acquistate nei processi di sintesi. E in questi tentativi di sintesi, non bisogna procedere a caso, nè partire da corpi già molto complessi, come era stato fatto finora da Henninger (1878), da Fr. Hofmeister, da P. Schützenberger (1891), da U. Schiff (1898-99)