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214 | rivista di scienza |
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Le vibrazioni sismiche.
La Terra quindi, nel suo complesso, è un solido, nel senso meccanico della parola. I fenomeni vulcanici ci rivelano bensì la presenza anche di masse meccanicamente fluide, ma queste debbono necessariamente essere ristrette in bacini, in cellule, abbastanza limitate di estensione e di numero, da non influire sensibilmente sulle proprietà complessive del corpo terrestre.
Tale concezione della struttura interna del Geoide ricevette in questi ultimi anni il conforto di un nuovo argomento di fatto, dedotto dalle registrazioni sismografiche.
I sismografi più delicati ricevono le segnalazioni di terremoti lontanissimi, segnalazioni che essi registrano come oscillazioni di una linea che un indice sottilissimo traccia sopra una striscia di carta fatta scorrere da un meccanismo cronometrico. In questi diagrammi si rilevano alcune particolarità caratteristiche. Le ondulazioni non si succedono infatti in modo irregolare, ma si raggruppano in serie successive di onde ben distinte: cominciano dei tremiti piccolissimi, cui succedono, con o senza intervallo di quiete, altri tremiti più accentuati; quando questi vanno smorendo, entrano in campo delle ondulazioni più ampie e più lente, poi altre ancora ampie ma più rapide, e finalmente la perturbazione termina in una serie di oscillazioni più piccole fino alla quiete. Ora tutto porta a ritenere che i primi due gruppi di tremiti rappresentino delle onde elastiche propagatesi dal centro sismico allo strumento registratore lontanissimo, attraverso la massa della Terra, mentre le maggiori onde successive rappresenterebbero l’onda sismica che si propaga alla superficie. Così, se una piccola bomba si fa scoppiare in un lago a qualche profondità sotto la superficie, essa dà origine a onde elastiche sonore, che si propagano in tutta la massa, e nello stesso tempo a onde superficiali, che si propagano per gravità e con velocità molto minore. La distribuzione dei tremiti preliminari in due gruppi distinti suggerisce poi spontanea l’idea che essi rappresentino i due gruppi d’onde elastiche possibili in un corpo solido, cioè le onde longitudinali, in cui le particelle vibrano nel senso della propagazione dell’onda (come onde sonore nell’aria), e le onde trasversali, in cui le particelle vibrano normalmente alla direzione di propagazione (come le onde luminose nell’etere). Noi dobbiamo ammettere che questi