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la fisiologia dello sviluppo della forma organica | 269 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rivista di Scienza - Vol. I.djvu{{padleft:279|3|0]]altre parole: potrebbe da essa derivare qualcosa di diverso da ciò che qui di fatto ne deriva?
Chiamando «potenza prospettica» di una cellula embrionale il suo destino possibile, posso formulare la stessa domanda anche così: la potenza prospettica di una cellula embrionale è qui data completamente dal suo valore prospettico, oppure potrebbe il destino «possibile» di questa cellula esser compreso in limiti più vasti del suo destino «reale»? In questo ultimo caso il valore prospettico di una cellula embrionale non sarebbe costante ma variabile e sorgerebbe al tempo stesso la domanda, da quali fattori dipenda in ogni singolo caso il suo destino reale.
L’esperimento ci offre un mezzo per decidere la nostra questione: per parlare specialmente, dapprima, delle cellule di segmentazione o blastomeri, basta isolare meccanicamente in qualsiasi stadio, uno o più blastomeri e stare a vedere che avvenga embriologicamente di essi e del resto del germe. Prendiamo come esempio lo stadio di quattro cellule di segmentazione e dividiamo il germe in una porzione che ne è un quarto e in un’altra che ne è i tre quarti. Se il risultato embriologico sarà due organismi incompleti rispondenti al quarto e ai tre quarti, il valore prospettico sarà stato identico alla potenza prospettica, ossia costante. Ma ben diversa sarà la cosa ove otteniamo due organismi completi che siano la riproduzione a e a dell’organismo normale tipico nella sua totalità: in tal caso il destino «reale» delle singole cellule di segmentazione sarà apparso variabile, la «potenza» ossia il destino «possibile» uguale per tutte.
Gli esperimenti hanno dimostrato che ambedue le possibilità da noi discusse si possono verificare, e noi vogliamo cercare di illustrarle mediante due tipi estremi. I germi dei molluschi hanno mostrato fino ad oggi costantemente una coincidenza del valore prospettico e della potenza prospettica dei loro blastomeri: separate le due o le prime quattro cellule di segmentazione, ciascuna si sviluppa precisamente come se fosse unita alle altre, i risultati sono organismi incompleti ( e ). Ben altrimenti si comportano i germi del riccio e della stella di mare: in essi ogni cellula dello stadio di- o tetracellulare, isolata, dà luogo da sè sola ad un organismo intero, solo in più piccola scala; ed anche tre cellule dello stadio di segmentazione in quattro, danno, prese insieme, un animale intero e