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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rivista di Scienza - Vol. I.djvu{{padleft:294|3|0]]sia collegato alla vitalità, oppure se sia puramente un processo enzimatico. Riguardo a’ prodotti dell’assimilazione si ritenne per lungo tempo che fosse generalmente l’amido, e solo in casi eccezionali un corpo grasso, il risultato finale del processo assimilatorio. Però non erano che ipotetiche le interpretazioni a questo riguardo. Oggidì si può dire che, per le ricerche di Reinke (1881), Pollacci (1899), Grafe (1906), l’ipotesi del Baeyer abbia una base di verità in quanto che con i reattivi sensibili e con metodo esatto si può dimostrare nella pianta assimilante la presenza di aldeidi e particolarmente dell’aldeide formica.

Dal canto loro Hueppe e Winogradskzi dimostrarono che l’assimilazione di anidride carbonica ha luogo anche da parte di determinati batteri, che sarebbero organismi autotrofi: per cui il pigmento clorofillico non sarebbe assolutamente indispensabile per questo processo, ma solo un mezzo che lo favorisce e che nello sviluppo filogenetico degli organismi si è reso sempre più opportuno. La supposizione, fin da principio molto problematica, che la vita organica sulla terra abbia necessariamente incominciato con organismi clorofilliferi viene a perdere con ciò uno dei suoi fulcri principali.

Pfaundler, Brown, Escombe hanno valutato il quantitativo di energia solare che viene utilizzato, sulla terra, per mezzo delle piante verdi allo scopo di mantenere la vita degli organismi. Ed ottennero per risultato che alla luce diretta la pianta svolge maggior energia per traspirare che per assimilare, mentre alla luce diffusa la sua energia assimilatrice è (di fronte alla traspirazione) relativamente maggiore che non alla luce solare.

Sul principio del secolo passato il Boussingault ed il Liebig avevano potuto dimostrare, per i loro studi speciali, l’importanza che le sostanze minerali hanno per lo sviluppo delle piante. Queste ricerche, messe in relazione con quanto antecedentemente aveva esposto il Duhamel nella sua «Fisica degli alberi» sull’accrescimento delle piante, sulla coltivazione di queste in acqua comune ecc., diedero impulso ad una serie di ricerche sul comportarsi della vegetazione in rapporto alle sostanze minerali. E non solo si potè stabilire l’indispensabilità del potassio, del fosforo, della calce, dello zolfo per la nutrizione delle piante e si riportarono diversi fenomeni di flaccidezza e di ingiallimento in molte piante alla mancanza

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