Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
della energetica moderna | 25 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rivista di Scienza - Vol. I.djvu{{padleft:35|3|0]] qualche cosa che solo in date condizioni può diventar tale. Qui entra in campo ancora metodicamente l’oscuro concetto di calore latente. Se pensiamo, che ad esso si era ricorso per necessità, essendo la legge di conservazione dell’energia del tutto ignota alla fine del secolo decimottavo quando Black esplicò questo concetto, e che l’espressione calore latente fu coniata per salvare, almeno formalmente, la teoria che il calore non potesse semplicemente sparire del tutto (come sembra accadere nella fusione e nell’evaporazione), se pensiamo a ciò, vedremo che ci troviamo di fronte a una strana situazione.
Gli espedienti, ai quali aveva dovuto ricorrere lo studioso di altri tempi perchè non conosceva la legge dell’energia, si conservano, sia pure non di proposito, quando la scoperta della legge dell’energia li ha resi superflui; poichè non vi ha ora alcuna difficoltà ad ammettere che il calore deve scomparire, quando una corrispondente quantità di energia si è consumata per il passaggio da uno stato d’aggregazione ad un altro (fusione o evaporazione).
L’errore di pensiero, che si manifesta così nell’espressione energia potenziale, è tutt’altro che innocuo. Esso impedisce che si considerino le altre forme di energie come altrettanto vere che l’energia di movimento. Ciò deriva evidentemente da un fatto del tutto esteriore: che il moto di un corpo dotato di energia cinetica si può vedere, e quindi noi passiamo accertarci della sua presenza senza bisogno di altre prove. Ma la presenza dell’energia di calore si può sentire, quella della luce si può vedere, e così ne viene che ogni energia può agire direttamente o indirettamente su uno dei nostri apparati sensori e quindi svelare la sua presenza. E invero un’energia, che in nessun modo potesse agire sui nostri organi sensori, ci rimarrebbe ignota e non potrebbe mai far parte del nostro mondo sensibile. L’energia cinetica non è dunque per nulla più attuale o più reale delle altre forme di energia, e ogni energia che si trasforma in un’altra, è potenziale di fronte a questa, mentre quest’ultima diventa attuale. Questo è l’unico senso che si può dare a queste espressioni; tuttavia la scienza non ha ancora provato il bisogno di designare questo rapporto con una sola breve parola, ed è quindi meglio lasciar cadere del tutto quei nomi che potrebbero indurci in errore.
Queste considerazioni ci portano direttamente alla que-