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analisi critiche e rassegne 349

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rivista di Scienza - Vol. I.djvu{{padleft:359|3|0]]qualitativamente invariabile, — dell’azione di ciascun stimolo, tanto psichica che morfogena, tanto semplice che complessa; di modo che dalla rispettiva ristretta zona, in cui tale azione verrebbe ad avere l’intensità massima, essa potrebbe così pervenire ad imprimersi in tutte quante indistintamente le cellule del soma, le sessuali comprese, anzi in tutte quante indistintamente le singole più piccole particelle viventi o «protomeri» di ciascuna cellula.

Protomeri o plastiduli, è questa l’antica concezione metafisica dell’Haeckel, che non spiega niente, che costituisce un vero non senso. Che significato può avere, infatti, p. es., il trasmettersi d’una data impressione complessa visiva ai protomeri di fibre muscolari, di cellule glandolari, e via dicendo, oppure il diffondersi d’un dato adattamento funzionale locale per tutto quanto l’organismo?

Se l’analogia, che tanti ha colpito, fra lo sviluppo e la rievocazione mnemonica, dipende veramente da qualche proprietà sostanziale che i due fenomeni hanno in comune, la localizzazione anche della serie infinita dei fenomeni mnemonici, cui sarebbe dovuta l’ontogenesi, s’impone non meno di quella dei fenomeni mnemonici propriamente detti. Nel tempo stesso, se il riavvicinamento comparativo fra memoria psichica e memoria morfogena rappresenta veramente qualche cosa di più che una semplice innocua metafora ambedue questi fenomeni devono essere suscettibili d’una medesima spiegazione fisiologica.

È forse l’assimilazione stessa, questa proprietà precipua del fenomeno vitale finora del tutto inscrutabile pel chimico, questa misteriosa facoltà della sostanza vivente di riprodursi, dopo ogni processo d’usura accompagnante l’attività funzionale, sempre identica a sè stessa, sempre pronta col decomporsi di nuovo a riprodurre le medesime attività specifiche funzionali, che potrà fornire un giorno la spiegazione fisiologica desiderata tanto della memoria morfogena dello sviluppo che della memoria propriamente detta e quindi di tutti i fenomeni psichici in genere?

Quale si sia la risposta che l’avvenire riserba sopra una questione così essenziale, a noi premeva qui porre in rilievo quanto la concezione della proprietà mnemonica di tutti quanti in genere i fenomeni vitali, su cui torna ad insistere il Semon in un modo ben più suggestivo di tutti i suoi predecessori, possa essere promettitrice di nuovi orizzonti dischiusi e di nuove fondamentali scoperte.

Milano.
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