Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
analisi critiche e rassegne | 351 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rivista di Scienza - Vol. I.djvu{{padleft:361|3|0]]da una trattazione dei piccoli movimenti vicini ad uno stato d’equilibrio].
Da un punto di vista filosofico, il resultato essenziale è questo: l’Economia (pura), concepita come sopra è detto, non è un sistema di ipotesi generali ed immutabili; ci sono al contrario tante diverse teorie economiche possibili, rispondenti colla loro varietà alle diverse condizioni dell’ambiente sociale, e quindi al mutamento, che in esse avviene, dell’uomo, riguardato di fronte ai rapporti di scambio della ricchezza e del lavoro.
E non si dica che il progresso così raggiunto è illusorio, perchè rimane insoluto il più grosso problema storico-psicologico che si si riferisce ai dati assunti nelle varie teorie economiche!
Non altrimenti procede la Fisica teorica allorchè studia p. es. il problema della diffusione del calore, trattando separatamente dei mezzi diversi che trovansi separati da una superficie di discontinuità.
Il procedimento ha in entrambi i casi lo stesso significato, di scindere una difficoltà in due parti di ordine diverso e di metterne in luce i caratteri.
Come abbiamo accennato, il Pareto mostra che entro un sistema economico ben definito, le ipotesi adottate determinano completamente il corso dei fenomeni, e ciò mediante la traduzione matematica del problema.
Contro codesto modo di trattare l’Economia restava ancora una grave obiezione, messa in luce principalmente da Irving Fisher, cioè che non è lecito a priori assumere come quantità matematica un dato psicologico quale è l’ofelimità o il valore subiettivo delle merci.
Ora il Nostro ha superato genialmente codesta difficoltà, con sano ed acuto criterio positivo, recando per tal modo alla Scienza un durevole acquisto.
L’applicazione delle Matematiche allo studio dei fenomeni naturali si basa in ogni caso su questa ipotesi, che sia lecito assumere come ben definite delle quantità, forniteci da un’appropriata esperienza entro un certo ordine di approssimazione, il quale sta in rapporto coll’approssimata validità della teoria.
Così, ad es., la Meccanica assume come una quantità il peso dei corpi, definito dalla bilancia.
È possibile assegnare una bilancia dei gusti degli uomini, e pesare con questa l’ofelimità degli oggetti di scambio?
Il Pareto ha scorto che una tale bilancia ci è fornita da un’esperienza ipotetica circa gli scambi stessi che un uomo farebbe tra merci diverse; e presume che, dovendosi tener conto soltanto del fenomeno medio, codesta esperienza, resa in forma precisa colla considerazione delle curve d’indifferenza di Edgeworth, possa