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DELLA ENERGETICA MODERNA 37

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rivista di Scienza - Vol. I.djvu{{padleft:47|3|0]]in quiete non si trasforma spontaneamente. Qui energia in quiete significa energia che non contiene differenze d’intensità, e l’impulso che la trasforma, è il subentrare di nuove differenze d’intensità nel sistema considerato. Più generale è la forma: affinchè qualcosa avvenga, devono sussistere differenze non compensate d’intensità, e ciò che avviene è proporzionale a queste differenze.

Ci si presenta spontanea la domanda, quale parte abbiano i fattori di capacità dell’energia nella nostra rappresentazione energetica della natura. Ad esse spetta essenzialmente la funzione, che la scienza con le sue cognizioni imperfette attribuiva prima alla materia. Se teniamo conto che massa, peso e volume sono fattori di capacità delle corrispondenti specie d’energia, ravvisiamo in questi fattori le vecchie qualità primarie della materia. Le qualità secondarie si contrassegnano pure come grandezze di capacità, solo che non hanno fra loro un così stretto rapporto nello spazio come le suddette.

La circostanza che le corrispondenti forme d’energia, cioè energia di volume, di gravitazione e di moto, si trovano sempre unite nello spazio, condusse al concetto di materia. Siccome però in uno qualunque di tali sistemi, lo stesso valore di questa energia è variabile, fu necessario, per esprimere questa variabilità, ammettere per quelle qualità variabili un substrato senza qualità sue proprie e perciò invariabile. Così ebbe origine un non senso logico, quello cioè di rappresentarsi una materia come la s’intende oggi, che serva di base ai singoli obbietti ma non abbia nessuna qualità propria per la quale si possa riconoscere e constatare.

Per quanto però sia chiaro, che il concetto di materia non è sufficiente a rappresentare le condizioni e i rapporti degli oggetti ponderabili, resta ancora a spiegarsi come mai quelle tre forme di energia si trovino sempre unite nello stesso spazio. Ciò si chiarisce esaminando come si comporterebbe un oggetto al quale una d’esse venisse a mancare. Se mancasse l’energia di volume, l’oggetto non occuperebbe spazio, dunque non potrebbe essere percepito nè in nessuna guisa maneggiato da noi. Se mancasse l’energia di moto, l’oggetto non avrebbe massa; il più piccolo impulso gli impartirebbe una velocità illimitata, ed esso si sottrarrebbe ugualmente ad ogni constatazione da parte nostra. Se finalmente mancasse l’energia di gravitazione, esso non rimarrebbe sulla terra e si toglierebbe

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