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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rivista di Scienza - Vol. I.djvu{{padleft:60|3|0]]punti di fusione e di ebullizione, il potere rifrangente e dispersivo, il calore di combustione dei corpi e la loro costituzione; a questo capitolo spettano pure la miscibilità allo stato cristallino e sopratutto la regola già accennata dell’atomo di carbonio asimmetrico nelle sostanze otticamente attive. In tutti i capitoli della chimica fisica si trovano simili regole intorno alle cosidette proprietà costitutive, dalle quali però risulta con sicurezza una cosa sola e cioè che le veri leggi che debbono certamente reggere questo ordine di fenomeni sono ancora sconosciute.

Guglielmo Ostwald, il geniale sostenitore di una trattazione della nostra scienza scevra di ipotesi e che ha con i suoi scritti tanto contribuito allo sviluppo della chimica moderna, in un suo libro recentemente pubblicato addita come il fine che la chimica organica deve proporsi di raggiungere, la rappresentazione delle proprietà delle sostanze come funzione della loro composizione e del loro contenuto in energia.

Non può esservi alcun dubbio che anche la chimica organica nonostante la sua spaventosa complessità debba andare incontro ad un tale avvenire. Io non credo tuttavia che si possa tanto presto fare a meno della ipotesi atomistica molecolare, poichè essa sembra corrisponder troppo strettamente al nostro modo di concepire i fenomeni. Sembra anzi che l’ipotesi atomica vada incontro ad un nuovo sviluppo che questa volta ha ricevuto il suo impulso dalla fisica. Circa un quarto di secolo fa si considerava come fine ultimo di tutte le considerazioni teoretiche la meccanica degli atomi e precisamente nel senso di una meccanica astronomica ridotta a microcosmo. Questa concezione è ora passata di moda e al suo posto dovrebbero subentrare rappresentazioni derivate dalla teoria degli elettroni. Non si può nè si deve però disconoscere che oltre alle teorie meccanico-atomistiche anche le dottrine termodinamiche o, per esprimersi più generalmente, energetiche debbono trovare la loro applicazione anche nel campo della chimica speciale.

Io mi sono già espresso in altra occasione in questo senso e sono lieto che un celebre fisico, H. A. Lorentz si sia in un suo recente discorso ispirato allo stesso ordine di idee, che entrambi i metodi, il termodinamico ed il cinetico possano l’uno accanto all’altro contribuire in uguale misura al progresso delle scienze fisiche.

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