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problemi di chimica organica | 63 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rivista di Scienza - Vol. I.djvu{{padleft:73|3|0]]organica odierna non riesce che nei casi più semplici a riprodurre simili condensazioni anidriche od eterificazioni, ma talvolta anche processi relativamente semplicissimi, come ad es. la formazione dello zucchero di canna dal glucosio e fruttosio, non si possono realizzare artificialmente. Le difficoltà che si incontrano nello studio degli idrati di carbonio appaiono perciò ancora quasi insuperabili. Entra quì in campo una circostanza particolare che si verifica quasi sempre nelle sostanze naturali più complesse e quindi più importanti: si tratta cioè di corpi che non cristallizzano ma sono invece amorfi o colloidali.
Lo stato colloidale o gelatinoso determina un singolare comportamento fisico di fronte al quale anche i mezzi di ricerca della moderna chimica fisica rimangono impotenti. Queste sostanze formano bensì apparentemente delle soluzioni, ma fra esse e le vere soluzioni delle sostanze cristalloidi non vi è che una somiglianza esterna affatto grossolana. La sostanza solida (gelatina, amido ma anche metalli, solfuri ecc.) non è veramente sciolta in acqua poichè punto di congelamento, punto di ebollizione e tensione di vapore della soluzione non differiscono da quelli del solvente puro. Si è dimostrato così che queste pseudosoluzioni debbono essere considerate come sospensioni finissime ed infatti Zsigmondy e Siedentopf col loro cosidetto ultramicroscopio riuscirono in molti casi a rendere visibili le particelle sospese.
Influenze di vario genere possono condurre tali pseudosoluzioni a coagulare o gelatinizzare secondo la quantità di acqua che la sostanza è capace di assorbire nel precipitare; van Bemmelen ha mostrato che il colloide che si separa devo presentare una struttura cellulare e che si deve distinguere fra un’acqua di imbibizione micellare e intermicellare. Tutti i mezzi di cui noi possiamo disporre per determinare le grandezze molecolari sono inservibili in questi casi e parrebbe quasi che in tale stato non si possa in genere più parlare di molecole, nel senso che il concetto di molecola svanisce e diventa indeterminato. Sembra quindi che il mondo organizzato abbia bisogno di sostanze di grandezza molecolare indefinita le quali formino il termine di passaggio fra gli individui chimici ed il materiale biologicamente formato. Purtroppo però questi corpi offrono ai trattamenti chimici le maggiori resistenze.
Possiamo ora infine passare a trattare della classe di com-