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IL CONCETTO DI SPECIE IN BIOLOGIA 69

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rivista di Scienza - Vol. I.djvu{{padleft:79|3|0]]anche i più bassi, «riconoscono» le specie di animali e di piante con cui sono in continui rapporti. Anzi negli animali avviene questo fatto, che può sembrare paradossale: il «riconoscimento»; se pure è lecita questa espressione in questo caso, di ciò che essi non possono aver conosciuto per esperienza personale. Il gatto «riconosce» e caccia i topi, come suol dirsi, d’istinto; il pulcino becca il vermicciòlo appena è sgusciato dall’ovo; l’ape, non appena può volare, va direttamente sui fiori. E gli animali d’una stessa specie si riconoscono fra di loro, come dimostra, se non altro, l’accoppiamento dei due sessi. Le formiche, è ben noto, riconoscono perfino gl’individui appartenenti al proprio formicaio, che un esperto mirmecologo non saprebbe riconoscere.

Dicevo: la nostra meraviglia forse s’attenua quando consideriamo questi fatti; altri potrebbe invece trovarvi ragione di maggior meraviglia. Ma una giusta valutazione dei fatti stessi permette di togliere a questi quel non so che di portentoso, che si sarebbe inclinati a vedervi; in questo senso, ch’essa ci dimostra la possibilità di ridurli a processi relativamente semplici.

Nessuno, credo, suppone, che il girasole «riconosca» il sole e si volga, in segno di saluto, verso l’astro benefico. Ciò forse potrebbe dire in forma leggiadra un poeta, ma egli non direbbe certamente una verità. Il meccanismo che fa volgere il girasole verso la luce è relativamente semplice e non implica nessun ragionamento da parte della pianta. È probabilissimo che non altrimenti complicata sia la catena dei fatti, che conducono il gatto a dar la caccia ai topi e il pulcino a beccare il vermicciòlo. Si tratta, nell’un caso e nell’altro, dell’azione di certi stimoli particolari (la luce nel caso del girasole, l’odore e il particolare movimento della vittima pel gatto e pel pulcino) cui certi organismi viventi reagiscono in un dato modo, determinato dalle parti che ricevono lo stimolo e dalla disposizione di quelle, che producono i movimenti. Ripetendosi lo stesso stimolo, esso provocherà necessariamente gli stessi effetti. Noi non sappiamo, né abbiamo modo di sapere se il gatto «conosca» o «riconosca» i topi, e quale «idea» esso si faccia di un topo; ma siamo sicuri che la presenza di un topo lo eccita in un dato modo e gli fa compiere dati atti che lo conducono ad afferrare il topo e mangiarselo.

Quando un oggetto qualunque, e, nel caso di cui ora

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