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70 RIVISTA DI SCIENZA

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rivista di Scienza - Vol. I.djvu{{padleft:80|3|0]]c’interessiamo, un animale o una pianta agisce con la sua presenza sui nostri sensi, un insieme di sensazioni si producono in noi, non importa qui sapere come e quali; e questo complesso di sensazioni si riproduce esattamente quando lo stesso oggetto ci si ripresenta. Se, invece di quell’oggetto, un altro si offre alla nostra attenzione, che sia in tutto simile al primo, noi riceveremo un’«impressione» in tutto simile alla precedente, che ci farà immediatamente identificare i due oggetti. In questo processo si sarà compiuto a nastra insaputa tutto un lavorìo d’analisi e di sintesi, non che di comparazione, che si compendia in questo: che in noi si ripetono gli stessi effetti essendo la stessa la causa che li produce. Ciò, credo, avviene in sostanza non diversamente di quel che vediamo avvenire nel caso del girasole, del topo e del pulcino.

Il nostro linguaggio ci permette di esprimere con una parola tutto l’insieme di quegli effetti, e quando diciamo: mela, pera, topo, noi rievochiamo in un attimo tutte le cause che, altrettanto rapidamente, sogliono produrre in noi quegli effetti dovuti alla presenza, nella sfera dei nostri sensi, d’una mela, d’una pera, d’un topo. — Se noi, contemporaneamente alla «conoscenza» che facciamo d’un oggetto, lo distinguiamo con un nome, avremo un mezzo semplice e rapido d’indicarlo, il quale ci esime dall’obbligo di ricordarne i caratteri. Il fondersi dei varii effetti prodotti in noi dalla presenza d’un oggetto in un effetto unico e il sintetizzare che noi facciamo dei caratteri dell’oggetto, ossia delle cause cui quegli effetti sono dovuti, in una parola, ci dispensano da ogni sforzo, ci rendono così facile di conoscere e riconoscere gli oggetti che ci circondano, che noi per lo più ignoriamo molto di quello che crediamo di sapere intorno ad essi. Provatevi a descrivere le fattezze d’una persona a voi molto ben conosciuta, cioè tutto quello che ve la fa riconoscere a prima vista fra cento, fra mille, senz’averla prima sottoposta intenzionalmente a un esame minuto; non riuscirete in molti casi forse nè meno a dire qual’è la forma del naso e di qual colore sono gli occhi.

Il botanico o lo zoologo sistematico non fa che analizzare i caratteri che servono a farci riconoscere una pianta o un animale, le cause, ripeto, che producono in noi i noti effetti dovuti alla presenza di quella pianta o di quell’animale, e dare un nome, che è come un simbolo di quell’insieme di caratteri.

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