Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 155 — |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rousseau - Il contratto sociale.pdf{{padleft:157|3|0]]
Cap. XI
Della morte del corpo politico.
Tale è lo sdrucciolo naturale ed inevitabile dei governi meglio costituiti. Se perirono Sparta e Roma, quale stato può sperare di durar sempre? Se vogliamo formare uno statuto durevole, non pensiamo di renderlo eterno. Per riuscirvi non bisogna tentare l’impossibile, nè vantarsi di dare all’opera degli uomini una solidità, che le umane cose non comportano.
Il corpo politico al par del corpo umano comincia a morire fin dal suo nascere, e porta in se stesso i germi di sua distruzione. Ma possono l’uno e l’altro avere una costituzione più o meno robusta e atta più o meno a conservarli lungo tempo. La costituzione dell’uomo è l’opera della natura, quella dello stato è opera dell’arte. Non dipende dagli uomini il prolungare la loro vita, ma da essi dipende il prolungar quella dello stato per quanto sia possibile, dandogli la migliore