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Ne conseguita forse da ciò, che la volontà generale sia annientata o corrotta? No: essa è sempre costante, inalterabile e pura, ma è subordinata ad altre che hanno su di lei il sopravvento. Ciascuno staccando il suo dal comune interesse, vede benissimo che non può separarnelo tutt’affatto; ma la sua parte del male pubblico sembragli un nonnulla in paragone del bene esclusivo, che ei pretende appropriarsi. Eccettuato quel bene particolare, ei vuole il bene generale pel suo proprio interesse e il vuole fortemente al pari di ogni altro. Anche vendendo il suo suffragio a prezzo d’oro, ei non estingue in sè la volontà generale ma la elude. Ei commette l’errore di cambiare lo stato della quistione, e di rispondere diversamente da quello che gli si domanda: di modo che invece di dire per mezzo del suo suffragio: «è vantaggioso allo stato», ei dice: «è vantaggioso al tal uomo o al tale partito, che tale o tal avviso passi». Per la qual cosa la legge dell’ordine pubblico nelle assemblèe non consiste tanto nel mantenervi la volontà generale, quanto nel fare sì che sia sem-

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