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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rovetta - Baby e tiranni minimi.djvu{{padleft:108|3|0]]premeva il buon nome di sua cugina, e non per altro. Tuttavia egli rimaneva convinto che quella vecchiaccia aveva una lingua maledica, e che il Damonte era un bamboccione, e non poteva proprio capire come mai facesse sua cugina a sopportarlo!...

Ma, intanto, a poco a poco, per amore o per forza, cominciava col sopportarlo anche lui. Andrea aveva finito coll’andare tutti i giorni in casa Castelguelfo e vi faceva visite che duravano per ore intere; e siccome la Baby non voleva punto cambiare le proprie abitudini, così anche Andrea doveva trovarsi coll’altra gente. Egli, però, non sapeva nascondere il malumore; non parlava mai con nessuno; rimaneva imbronciato e faceva musacce tanto che anche la Contessina principiava a esserne seccata.

Il Santasillia, adesso che tutti lo conoscevano da vicino, avea perdute le maggiori attrattive, ed era ritornato il Monsignore. Ma un monsignore pesante, pretensioso, il quale pativa di scrupoli, e si era innamorato a modo suo della Baby.

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