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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rovetta - Baby e tiranni minimi.djvu{{padleft:112|3|0]]sto quel superbioso, che vuol darsi l’aria di padrone di casa, o finirai col diventare ridicola, e coll’essere messa al bando della società.

E la Baby a tali parole, che vedeva colla prova dei fatti quanto fossero vere, si sentiva sgomenta: — ma come fare a levarselo d’attorno quel benedetto uomo? A dirlo era cosa spiccia... — ma come fare?... Era stata lei a invitarlo in casa, a lusingarlo, e adesso senza un motivo non poteva, in certo modo, metterlo alla porta. Poi, già, gl’incuteva sempre un pochetto di soggezione e fors’anche sentiva compassione di lui: pareva tanto innamorato, povero Andrea!

Allora, tutto sommato, continuò ad essere amabile col cugino, ma sfidò i suoi musi e i suoi brontolamenti, mettendosi di nuovo a dar pranzi e feste e a combinare ogni giorno partite di caccia, gite, cavalcate, per richiamare le pecorelle smarrite. Faceva un pochino la gelosa con Titta Damonte; nell’uscire da teatro, dava il braccio a Scipio Spinola, e tutti furono di nuovo a’ suoi piedi.

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