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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rovetta - Baby e tiranni minimi.djvu{{padleft:138|3|0]]vava una sensazione strana d’inquietudine, come s’egli fosse per abbandonarsi all’ignoto.

— Ma forse — pensò — avrò inteso male. — La troverò alzata, certamente! — E sperò davvero che così fosse.

Era la seconda volta soltanto, ch’egli vedeva e che entrava nella camera di una donna. Però la cameretta umile, piccina, dove sul casto lettino di ferro avea veduta distesa la morta, in quel punto non gli attraversò la mente: egli era troppo commosso e turbato.

La Gege aprì l’uscio e sollevò la portiera; ma Andrea rimaneva fermo sulla soglia. Non ardiva inoltrarsi in quell’oscurità misteriosa, fra quel tepore insinuante, in cui sentiva più acuto il profumo particolare, che la Baby spandeva dalle vesti, dai capelli, da tutte le cose sue.

— Avanti, Santasillia, coraggio!... Si direbbe che le fo paura!

Andrea si avvicinò dì alcuni passi. Il suo occhio, abituandosi, cominciava a vederci a poco a poco, le tenebre sembravano diradarsi, ed egli

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