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baby 139

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rovetta - Baby e tiranni minimi.djvu{{padleft:139|3|0]]non osava guardare il letto grandissimo, a dorature. Balbettò alcune parole, ma non sapeva dove mettersi: la Baby non era proprio alzata!

— Prenda una poltroncina, e venga qui, accanto a me!

Egli volse lo sguardo dove la Baby gli faceva cenno di andare, e vide muoversi, e uscire dall’oscurità qualche cosa di lustro: era il cranio pelato di Marco Baldi, che si alzava per cedergli il posto.

Andrea, più che di gelosia, provò allora un senso di disgusto e di ribrezzo, scorgendo la faccia rossa, accesa del vecchio, vicino al letto, proprio accanto alla Baby, tutta bella, coi capelli biondi che coprivano mezzo il guanciale, e le ricadevano sul giubbettino di seta rosa, chiuso fino al collo.

Egli non la guardava; pure quella figuretta gentile, la sentiva, la vedeva muoversi nell’anima e nel sangue. Per quanti discorsi fossero incominciati, Andrea taceva sempre, e tutt’al più non sapeva rispondere che con pochi monosillabi, o parole inconcludenti. In quella camera sof-

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