< Pagina:Rovetta - Baby e tiranni minimi.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
154 baby

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rovetta - Baby e tiranni minimi.djvu{{padleft:154|3|0]]miei poveri morti, il mio dovere e la mia dignità. È successo che per lei ho rinnegato Dio e la mia fede: è successo che per lei sono disonesto e traditore. Ero un uomo rispettato; avevo consacrato l’ingegno e la vita per un ideale alto, per un’opera grandemente generosa, e lei mi ha fatto mancare a tutto ciò, per rendermi lo zimbello suo e dei suoi stupidi corteggiatori. Ecco, che cosa è successo! Avevo forza e coraggio e ora sono debole e vile al punto da chiedere pietà pel mio strazio a lei, alla Baby! che pure so essere senza pietà. E siccome lei ride, ride sempre, non fa altro che ridere, e non sa, non vede, non osserva nulla, così glielo dico io: questo è successo!

Le parole di Andrea erano rotte dai singhiozzi; e un pochino anche la Castelguelfo cominciava a commuoversi.

— Coraggio, Andrea, coraggio e... ragioniamo; cerchiamo di ragionare insieme. Non posso proprio dire che mi faccia complimenti stasera, ma le perdono tutto perchè sento di aver molta,

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.