Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
170 | tiranni minimi |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rovetta - Baby e tiranni minimi.djvu{{padleft:170|3|0]]
La signora Contessa non osava mai approfittare delle vetture di piazza: — «Non si è mai sicuri di quel che si porta a casa!»
La corsa era lunga: Agnese, stanca, cambiava da un braccio all’altro il suo piccolo fardelletto. La Contessa, rossa, accesa, col viso lustro pel sudore e una treccia di capelli che si snodava di sotto al cocuzzolo, sbatteva, ansante, il ventaglio, ma non rallentava il passo.
— «Hai fame, Agnese?» domandò dopo un poco.
La bimba, vergognosa, e con un affanno che le levava il fiato, rispose un monosillabo inintelligibile.
— «Oggi mangerai le papparelle al sugo: ti piacciono le papparelle?»
— «Sì, signora Contessa».
Allora cominciarono le prime istruzioni. Due cose, anzi tre, raccomandava la Contessa in modo particolare: l’ordine, la pulizia e il buon cuore. In quanto alla pulizia doveva proprio badarci assai, perchè il «signor Conte» su quel pro-