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182 | tiranni minimi |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rovetta - Baby e tiranni minimi.djvu{{padleft:182|3|0]]dolci momenti la Contessa conservava sempre il tono assoluto) di correre la mattina appresso, prima della lezione, dalla fruttaiola sotto i Portoni dei Borsari (una che trovava servizio alle ragazze) per cercare s’era possibile di riaccomodarsi.
Il Conte, volendo esimersi, tirava in ballo la dignità offesa per la fuga della serva; ma la moglie, subito gli chiudeva la bocca con un altro argomento, che non ammetteva repliche: l’economia.
— «La Virginia mangiava molto meno di questa ghiottona dell’Agnese!»
Proprio, per dire la verità, l’accusa d’ingordigia era la più ingiusta che mai si potesse fare in casa Portomanero, dove nessuno mangiava a sufficienza, compreso il conte Venceslao. Soltanto la Contessa, colla scusa dei languori, si faceva certe frittatine, mentre il professore era a scuola, che le permettevano poi, all’ora del pranzo, di moderare l’appetito del consorte, coll’esempio della propria sobrietà.