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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rovetta - Baby e tiranni minimi.djvu{{padleft:20|3|0]]La sua poesia un po’ romantica, un po’ mistica, trovava la sua incarnazione in quel bel viso pallido di fanciulla bionda e delicata, ed egli già si sentiva sicuro ed aveva in lei tutta la fede, come se le avesse parlato, come se ne avesse ricevuto le più solenni promesse.

Fu per caso ch’egli venne a conoscere il nome e la famiglia della giovinetta, e in quell’occasione comprese pure ch’era necessario di risolversi presto, e di palesarle apertamente le proprie aspirazioni.

Una domenica (era già inoltrato l’autunno e la fanciulla non andava più vestita di percallina chiara, ma indossava un abito succinto di panno color monachino), una domenica, verso la fine della messa, ebbe uno scoppio di tosse più forte e insistente del solito.

Pôra putela, — mormorò una donnicciuola inginocchiata sul banco dove anche Andrea si teneva appoggiato, — pôra putela, fa proprio mal al cor, a sentirla tossir in quel modo!

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