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tiranni minimi 203

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rovetta - Baby e tiranni minimi.djvu{{padleft:203|3|0]] Anzi s’indispettiva maggiormente, essendosi persuasa che «la fintaccia» si mostrava apposta così malandata per farsi compatire, e per far credere alla gente che in casa Portomanero la trattavano male.

Tuttavia quell’Agnese «che doveva tenersi per forza», che si vedea lì dinanzi sempre ammusata, diventava il suo tormento e le faceva perdere l’appetito. Diceva, e lo credeva, che le avea portata in casa la jettatura, e ciò era provato dal fatto soprannaturale che non le era più possibile di trovar un’altra bambinaia. Era sempre spettinata, col capo sudicio, perchè adesso avea la superstizione di perdere i capelli se li toccava l’Agnese. Insomma un giorno, tanto si sentiva sfortunata, che non potè più reggere, e si mise a piangere dalla fruttaiola. Figurarsi! a cagione «di quella bestiaccia» si guastava il sangue e si arrabbiava anche col conte Venceslao!

«Mentre io la sgrido, lui non è buono di dire una parola, e lascia tutta a me la parte odiosa!»

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