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tiranni minimi | 213 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rovetta - Baby e tiranni minimi.djvu{{padleft:213|3|0]] re a ad andare a letto (al tocco dopo la mezzanotte, chè il baccano era durato tardi), nel licenziare la bambinaia, rinnovò, in forma di epilogo, una succosa paternale.
— «Badate che sono stata indulgente fino ad ora, ma che sarò d’or innanzi assai più severa. La vostra disgrazia deve farvi mettere il capo a partito, e non dovete fingervi oppressa dal dolore per abusare della mia bontà e mancare al vostro dovere!» Il conte Venceslao era già in letto, e a questo punto cacciò la testa sotto le lenzuola, fingendo di dormire.
— «Da domani, vita nuova!» continuò la matrona che in camicia, così disciolta com’era, pareva ancor più corpulenta. «Vita nuova, se no:
guardatemi!»
La bimba avea in una mano il lume e lo scaldaletto; sul braccio le vesti della Contessa. Nell’altra mano due paia di scarpe, e sull’altro braccio tutti gli abiti del conte Venceslao.
— «Guardatemi!» ripetè più forte la Contessa.