< Pagina:Rovetta - Baby e tiranni minimi.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
32 baby

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rovetta - Baby e tiranni minimi.djvu{{padleft:32|3|0]]era tutta la sua felicità quella bella promessa, quella bella speranza?!... E perchè dunque avventurarla così alla cieca, senza prima essere ben sicuro del passo che stava per fare?...

E sentì un altro sussulto al cuore, e il più forte, quando si figurò Pietro che stava consegnando l’involtino alla donna di casa... ma poi, appena pensò che l’uffiziolo e la lettera potevano trovarsi tra le mani dell’Adele, tutta la sua agitazione si quetò come per incanto.

— Ormai quel ch’è fatto è fatto, — pensò e sentì come un sollievo per non essere più in tempo di ritornare indietro: almeno avrebbe avuto fine quell’incertezza angosciosa!

Guardò l’orologio, poi suonò per chiamare il cameriere e gli diede ordine di far salire Pietro da lui, appena questi fosse di ritorno. Ma non ebbe pazienza di aspettare; suonò di nuovo, si fece portare il cappello, il soprabito e scese, lentamente, sperando di incontrarlo per le scale, ma Pietro tardava a farsi vedere. Il Santasillia aspettò qualche momento ancora sul portone del

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.