< Pagina:Rovetta - Baby e tiranni minimi.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rovetta - Baby e tiranni minimi.djvu{{padleft:54|3|0]]

IV.

Gli amici di Andrea avevano tentato di tenergli nascosta, almeno per qualche tempo, la dolorosa notizia; egli la indovinò subito dai loro volti abbattuti e dalle loro risposte dubbie e contradditorie. Allora la disperazione del giovane non ebbe più ritegno, e fra i gemiti ed i singhiozzi, e imprecando contro tutto ciò in cui egli aveva creduto, confidò al Renzanico ed al Castiglioni le segrete speranze del suo cuore, che quella morte atroce, quel delitto, quell’assassinio suo, venivano a distruggere per sempre.

Che conforto ci poteva essere per un dolore così grande?... Nessuno: il tempo solamente gli avrebbe ridata la pace.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.