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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rovetta - Baby e tiranni minimi.djvu{{padleft:82|3|0]]dige rigonfio, bigio, passava mugghiando: le rive apparivano scialbe, fra una luce pallida, malinconica come quell’ora trista del giorno; ma in alto verdeggiavano superbe le colline, e il forte di San Pietro splendeva rosseggiante sotto l’azzurro del cielo, irradiato fantasticamente dall’ultimo sprazzo di sole.

Andrea rimase sul ponte a guardare, fermo, immobile per qualche minuto. Poi chinò il capo e discese.

— Ma perchè la chiamano Baby? — pensava: — Eleonora è così un bel nome!

Quando ripassò dal Ponte delle Navi per tornarsene a casa, s’incontrò in una carrozza a due cavalli che saliva al trotto. C’era dentro una signora, dell’altra gente, e tutti avevano in mano mazzi e canestri di fiori. Certo ritornavano dalla fiera. Ma la signora riconobbe il Santasillia e lo salutò chinandosi e voltandosi in atto molto amichevole. Era la Baby con Marco Baldi, Damonte e Scipio Spinola.

Andrea, colto all’improvviso, rispose in fretta

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