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rappresentazione di abramo e agar. 7

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165
O superbo, o ignorante!

Va’, pon di queste piante
E spera nel lor frutto!
O mondo guasto tutto!
O fior delle città
170Fiorenza mia! chi t’ha
Tolta la tua prudenza?
O gentil mia Fiorenza!
L’ardita fanciullezza,
Sfrenata giovanezza
175È quella che ti guasta;
Poichè un mese non basta
Una usanza lor nuova,
Ma ognor più si truova
Nuove frasche e pazzie;
180E queste son le vie
Trovate dal dimonio.
Soleva a noi, Antonio,
Bastare un mantel verde;
Et or si strazia e perde
185Più in un vestir per voi,
Che non facea per noi
In nostra gioventute;
E solo alle virtute
Avamo il nostro amore.
190Ma credi che ’l Signore
A caso nol permette.
Cresciute le berrette
E scemati e’ cervelli,
E’ panni son più belli
195E gli uomini più stolti,
Per esser troppo volti
A si vile e breve opre.
El nostro mal si scopre
Col far grande scarselle,
200E men danari è in quelle
Che di tempo nessuno.
E come cominci uno
Di queste nuove imprese,
In men tempo d’un mese
205Ne fia Firenze pieno.

Cosi l’aver vien meno
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