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RAPPRESENTAZIONE III ABRAMO E AGAII.
Ismael va incontro a hoc e dice: E1 ben trovato Isac nostro sia ; Donde si vien si devoto e contrito? Isac risp.: Dall' orazion che far si debbe in pria Ad ogni impresa, e cosi voi invito Se volete acquistar quel che vi piace Con util, grazia, onor, salute e pace. Ismael risp.: Tu se’ di que’ che si dan sempre a intendere Che s’abbi sempre a stare in orazioni ; E chi non sta, voi volete riprendere, E noi siam come voi certo o più buoni ; Voi non sapete un quatrin solo spendere Nè cavarvi una voglia, miseroni; Vuoisi sguaiate, or che giovani semo Chò, volendo, poi vecchi non potremo. Isac risponde ad Ismael : lo son certo di que’ che crede e intende Che far ben piaccia a Dio e’sua eletti, E che ubidir si vuol chi il mal riprende E non guardar se gli è pien di diletti, E chi per le sue voglie tanto ¡spende Manca danari e rinuova i concetti ; Cosi perdete il tempo e gioventute Ricchezza, stato, onor, pace e salute. Ismaei. risp.: E tu non di’ il piacer che s’ è avuto oggi ; Ma ben è il ver che alquanto strachi siano Per cantar e gridar su per que’ poggi : Velia qua, velia là, giù per quel piano. Io vo’che 'I tuo pensier al noslro apoggi E queste lepre che prese rechiano Venga a goder di nascoso tra noi, Acciò che Abram noi sappi e gridi poi. Isac risp.: Vedi che pure e’ ti par far errore, Poi che dal tuo buon padre ti vo’ascondere. Ismael risp.: Anzi, è perchè mi dà sempre romore D’ogni mio spasso, e non si può rispondere. ltisp. Isac : Egli è si grande il filiale amore Ch’ogni virtù in voi vorrebbe infondere, Ma il ben si fa di di, aperto e visto, E1 mal di notte, in luogo ascoso e tristo. Risponde il Terzo Compagno: Deh! non istiam più tanto a disputare ;