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Il tradimento. | 103 |
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— Centoventiquattro, — disse. — Come mai questo cappello è numerato? —
Il chinese gli si era avvicinato rapidamente, facendo un gesto di stupore.
— Vediamo, — disse con voce alterata.
S’impadronì del cappello guardandolo attentamente, voltandolo e rivoltandolo. Ioao che non gli staccava di dosso gli sguardi lo vedeva a poco a poco diventare preoccupato.
— Che cos’hai? — gli domandò. — Tu mi sembri molto inquieto, Sao-King.
— Questo copricapo è d’origine europea o per lo meno indiana, — rispose il chinese.
— E che t’importa?
— Non è il cappello che mi preoccupa, è il numero che vedete dipinto qui.
— Vi è anche un nome nella fodera; è un po’ smarrito, però alcune lettere si possono ancora leggere, — disse Ioao. — Guarda: un n, un u, un e ed anche un a.
— Che cosa leggereste voi? — chiese Sao-King, con maggior ansietà.
— Nuea, però manca qualche lettera.
— E se invece fosse Numea, la capitale della Nuova Caledonia, il luogo che serve di pena ai forzati francesi?
— Che cosa vuoi concludere, Sao-King? — chiese Ioao il quale cominciava a comprendere.
— Che questo cappello deve aver appartenuto a qualche forzato, signore, — disse il chinese. — Un uomo onesto non porta un numero sui suoi indumenti.
— Sao-King!
— Signore, noi abbiamo fatta una bella scoperta. Ora possiamo sapere chi sono gli uomini che hanno approdato su quest’isola e che hanno tentato di far arenare la nostra nave. Dapprima aveva avuto il sospetto che fossero forzati inglesi fuggiti dal penitenziario di Norfolk; ora invece abbiamo la certezza d’aver da fare con bricconi fuggiti dalla Nuova Caledonia.
— Tu mi spaventi, Sao-King. Io avevo invece creduto che fossero i marinai dell’Alcione.
— Lo avevo sperato anch’io ed invece ci siamo ingannati.
— Che cosa fare ora?
— Aspettare fino a questa notte la piroga e se non ritorna, correre subito in aiuto dei nostri compagni, — disse il chinese. — Il cuore mi dice che devono correre un grave pericolo.
— Da parte dei forzati?
— Sì, quei bricconi faranno qualunque sforzo per impadronirsi della nostra nave.
— Per che cosa farne poi?