Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
Rospo Enfiato. | 261 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Salgari - L'Uomo di fuoco.djvu{{padleft:267|3|0]]
— Mi sono rifugiato su quest’isolotto dopo la distruzione della mia aldèe[1], — rispose l’indiano.
— Sono sempre in fuga le tribù?
— Lo ignoro, ma so che gli Eimuri, dopo d’aver devastati i villaggi dei Tupy sono in ritirata dovunque, perseguitati dai Caheti, dai Tamoi e dai Guaitacazi.
Fra pochi giorni quei predoni saranno ricacciati nei loro deserti. Tutte le loro colonne sono in fuga e non resistono più.
— Eppure ieri hanno dato battaglia ai Tupy.
— Lo so, ma mentre li inseguivano, a loro volta sono stati sorpresi e battuti. Ed il gran pyaie di Zoma che cosa fa qui?
— Ero in viaggio per cercare l’altro mio figlio che è stato preso dai Tupy. —
Gli occhi dell’indiano si accesero d’una luce sinistra.
— Sempre quei lupi immondi, — disse. — Sono peggiori degli Eimuri costoro e non rispettano nemmeno i nostri pyaie dalla pelle bianca.
— Lo hanno divorato?
— Non ancora.
— Perchè ti sei fermato qui?
— Zoma, il padrone dei venti e delle acque, della terra e del sole, che insegnò ai figli rossi delle foreste a coltivare la mandioca, mi aveva suggerito di venir a trovare Rospo Enfiato onde mi aiutasse a salvare mio figlio. —
L’indiano si rizzò quanto era lungo e prese un atteggiamento fiero.
— Dunque Zoma mi reputa un grande guerriero? — chiese.
— Sì e te ne dà una prova mandandomi qui.
— La mia carne, il mio sangue e la mia gravatana appartengono al gran pyaie bianco, — disse l’indiano. — Che cosa devo fare?
— Guidarmi al villaggio dei Tupy ed aiutarmi a liberare mio figlio.
— Cururupebo è pronto a partire: egli è un grande guerriero e non ha paura di quei lupi maledetti.
— Prendi quello che ti può essere utile e partiamo. —
Mentre l’indiano entrava nella tettoia per staccare la sua amaca e prendere i suoi vasi, il marinaio che era lietissimo dell’e-
- ↑ Villaggio.