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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Salgari - La Città dell'Oro.djvu{{padleft:108|3|0]]avevano tradita alcuna sorpresa. Si erano limitati a gettare uno sguardo più sulla scialuppa che ammiravano, che sui nuovi arrivati.

— Mostrami il tuo braccio, — disse Velasco, al mutilato. — Sono un piaye.[1]

— Dammi dell’aguardiente[2] se ne hai, — rispose invece il ferito. — Mi farà meglio delle tue cure.

— Ma, disgraziato, tu morrai se non mi lasci fasciare la ferita.

Un sorriso sprezzante apparve sulle labbra dell’indiano, il quale pareva non provasse il menomo dolore, tanto è potente in loro la forza d’animo.

— Ne sappiamo più dei piaye degli uomini bianchi, — disse poi. — Ecco chi mi guarirà!

Un indiano, che era poco prima entrato nella foresta, ritornava armato di un coltello di recente arrotato e munito di parecchi oggetti involti in alcune grandi foglie.

— A te! — disse il mutilato, stendendo il braccio sanguinante.

— Lo rovinerà, — disse Alonzo. — Impeditegli di operare, dottore.

— Lasciamolo fare, giovanotto, — rispose Vela-

  1. Medico.
  2. Acquavite.
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