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Smarriti nella foresta vergine 179

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Il dottore sussultò.

— Una belva? — chiese Alonzo, raccogliendo prontamente la carabina.

— Un giaguaro che si mette in cerca di preda — disse il dottore. — All’alba ed al tramonto quelle terribili belve emettono queste due grida.

— Deve essere però lontano.

— Lo spero, ma non tarderà a scoprirci.

— Approfittiamo della sua lontananza per cenare, dottore.

— Sarà meglio infatti affrontarlo col ventre pieno.

Levarono dal fuoco le costolette del formichiere, tagliarono il cavolo e si misero a cenare con molto appetito, malgrado che le loro inquietudini crescessero ad ogni istante, non già perchè avessero paura della fiera, ma perchè pensavano ai loro compagni che li attendevano senza dubbio in preda a chissà quali angosce.

Passò mezz’ora, poi mentre si sdraiavano accanto al fuoco fumando l’ultima loro sigaretta, udirono ancora il miagolio del giaguaro, ma questa volta era assai più vicino.

La fiera li aveva fiutati o forse aveva sentito l’odore dell’arrosto e s’appressava strisciando attraverso la tenebrosa foresta.

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