< Pagina:Salgari - La capitana del Yucatan.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

La lotta del «Cristobal Colon» 311

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Salgari - La capitana del Yucatan.djvu{{padleft:313|3|0]]la Francia, mentre Manilla, la capitale delle Filippine, dopo quattro mesi di ostinata difesa, si arrendeva agli americani piuttosto che cedere dinanzi agli insorti che l’avevano stretta d’assedio.

Il 10 Novembre, dopo lunghe trattative, la pace veniva definitivamente firmata a Parigi, dopo però una fiera protesta da parte di Monteros Rios, presidente dei delegati spagnuoli.

Gli Stati Uniti, inesorabili verso la povera Spagna, che aveva cercato di salvare, quantunque povera e dieci volte più debole, l’onore della propria nazione codardamente calpestata da una strapotente ed ingenerosa avversaria, s’appropriavano Cuba, Portorico e le Isole Filippine dietro il derisorio compenso di cento milioni.

Il diritto delle genti fu interamente calpestato dagli affaristi dell’America del Nord e senza che l’Europa intimasse l’alto là alle pretese esagerate di quegli uomini senza scrupoli.

In mezzo a tanti disastri, la Spagna non dimenticò però la sua coraggiosa figlia, che aveva dato tante prove di valore straordinario e di sublime amor patrio.

Infatti un mese dopo la pace, un bel mattino la marchesa del Castillo, tornata nel suo palazzo di Merida, riceveva una grande targa d’argento, finamente cesellata, in mezzo alla quale, in alto rilievo, si vedeva una piccola nave che riproduceva esattamente le snelle forme dell’Yucatan, e che all’intorno in lettere d’oro, portava la seguente scritta:


La Patria Riconoscente

alla

Marchesa DOLORES del CASTILLO

Capitana dell’«YUCATAN».


Fine.

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.