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288 Capitolo XXI.

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— Che il banco, con quella collina che ha nel mezzo, un giorno si squilibri, si rovesci.

Salendo troveremo acque sempre meno fredde, le quali roderanno a poco a poco la parte immersa del ghiaccio.

— Quando ce ne accorgeremo lo lasceremo, — rispose Piotre. — Per ora non mi pare che questo pericolo esista, perchè non sento io alcuna ondulazione.

— Ci costruiremo un ricovero, — disse il signor Lopez.

— I materiali non mancano qui, — rispose il baleniere. — Innalzeremo una capanna che ci metta al coperto da questo vento freddissimo e anche dalle onde.

Aspettiamo l’alba. —


CAPITOLO XXI.

Un dramma su un banco di ghiaccio.

I fuggiaschi, accoccolati gli uni presso gli altri, fra i due canotti che avevano sciolti, e che bene o male li difendevano dai soffi gelati del vento marino, passarono il rimanente della notte vegliando.

Il banco di ghiaccio, trascinato dalle correnti polari che salgono verso l’Atlantico e aiutato anche dal vento che soffiava da mezzodì facendo presa sulla collinetta, continuava ad allontanarsi dalla baia di S. Sebastiano, sottraendo così i fuggiaschi ai pericoli d’un inseguimento da parte dei fuegini, i quali non avrebbero osato andarli a cercare sull’oceano.

Durante quelle lunghe ed angosciose ore, nessuno aveva

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